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09/04/10

Por salva-precari

Per aiutare i precari della scuola e salvaguardare i diritti acquisiti sono stati tanti i provvedimenti varati a livello nazionale e regionale e quello dei por è senza dubbio quello meglio fatto e pensato. Ovviamente questa è una provocazione, nient'altro che un modo amaro per scherzare su una situazione che di allegro non ha nulla. L'ultima beffa ai danni dei precari è nascosta nei por. I profani della scuola credono alla favola del decreto che fa lavorare i prof. stagionali e alla storiella dei prof. passati alle regioni. Già, i precari lavorano con la regione. Tutti? Qualcuno o nessuno? L'ultima è quella giusta. I por di 360 ore e almeno tre mesi sono diventati progettini di 20 ore e per essere scelti come esperti esterni bisogna fare di nuovo domanda, partecipare ad un bando che considera nulle le domande fatte per partecipare ai progetti regionali a livello provinciale. Quando poi il bando non viene fatto e si chiama tenendo conto delle liste prioritarie, scatta pure l'incompatibilità con una eventuale supplenza utile ai fini contributivi. O progetto (non valido ai fini contributivi) o supplenza. L'anno prossimo 25.600 esuberi ufficiali, ma tutti contenti, che hanno da lamentarsi questi precari? Niente, se non fosse che ci hanno tolto il lavoro, ci prendono in giro con progettini che non ci servono a niente e che paghiamo le tasse anche e sicuramente più di chi (ogni tanto) si può permettere di non emettere ricevuta. Ah, già, dimenticavo che c'è stato l'aumento in busta paga....più contenti di così!!!

27/02/10

I precari della scuola

Precario è un aggettivo, sinonimo di temporaneo, provvisorio, incerto, instabile, dubbio, transitorio, momentaneo.
E' il contrario di stabile, fermo, durevole certo.
I precari della scuola non sono parole, ma persone, che hanno un lavoro temporaneo. Sul fatto che il loro lavoro sia dubbio, bisogna capire con quale significato viene utilizzato quest'aggettivo. Tra i sinonimi di dubbio, nei vari contesti, c'è anche timore, paura, sospetto...
I precari svolgono un lavoro che suscita sospetto? Paura? Timore? In loro stessi o negli altri?
Insegnare è un mestiere da far paure nel senso che è un mestiere difficile? Oppure la paura sta nel non poter più insegnare? La seconda domanda è quella che centra il problema. Essere un precario era, fino a poco tempo fa, un vero e proprio lavoro per tante persone. Non si può dire che un lavoro precario non è un lavoro perché i precari lavorano come i loro colleghi stabili, ossia di ruolo.
Chi sono i precari? Quanti sono? Dove sono?
Sono laureati, pluriabilitati, che hanno conseguito almeno un paio di master o corsi di perfezionamento, tutti con tre o più anni di servizio alle spalle ( c'è chi va in pensione da precario); sono tanti, troppi e sono ovunque. Li trovi in tutta Italia, ma soprattutto al Sud.
Oggi essere precario non è più un lavoro, il precariato sta per essere risolto...nel peggiore dei modi. Con la riforma nella scuola non ci sarà più posto per i "docenti momentanei", anche quelli di ruolo avranno qualche problema, ma il loro è un lavoro durevole e non hanno di che preoccuparsi. Ai precari non resta che aspettare. Che cosa poi è da capire. Quello che suscitava in loro la paura di non poter più fare quello che gli piaceva si è ormai tragicamente avverato. Quest'anno sono rimasti a casa quelli che l'anno prima avevano lavorato con le chiamate da graduatorie d'istituto e a nulla è servito il decreto salva precari, se non a generare confusione negli addetti ai lavori. L'anno prossimo resteranno a casa tutti, anche quelli che quest'anno sono riusciti a racimolare qualche supplenza. I 180 giorni di servizio? Solo pochi riusciranno a farli. Certo, per buona pace di tutti i 12 punti vengono assicurati a tutti, basta essere nelle liste prioritarie. Tuttavia questo regalo fa nascere nei precari un nuovo dubbio:"siamo sicuri che questi 12 punti non faranno la fine del punteggio di montagna?"
Con la prossima riforma del reclutamento, che fine faranno tutti i sacrifici fatti fino ad ora?
Di certo nell'essere precario c'è solo una cosa: tanti, ragionevoli, più che giustificati dubbi.